Segni di futuro disperso

Ho provato a fare una sintesi di alcuni dei “miei” segni di futuro disperso o in corso raccolti nell’ultimo mese, tra il serio e il faceto, ma è anche con le piccole 

cose quotidiane che si fa la Storia, nel bene e nel male. Dopo la foto l’elenco.
SEGNI DI FUTURO DISPERSO 
1. Articolo 18. Il 4 marzo 2010 collegato alla legge finanziaria 2010, è stata approvata una modifica all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che limiterebbe la possibilità per questi ultimi, in caso di controversia, di scegliere l’organo giudicante a dirimere la stessa.
Fino a oggi, soprattutto sui casi come i licenziamenti senza giusta causa, il lavoratore poteva optare tra
collegio arbitrale o tribunale giudiziario ordinario competente. Ora no. (fonte: Il fondo quotidiano).
2. Gatti&Bigazzi, sospeso dalla conduzione Rai per aver inneggiato al gatto in salmì. In Italia i vegetariani sono 7 milioni, record europeo. Solo, però, quando quel che è successo a Bigazzi accadrà a chiunque propone ricette a base di qualunque carne, potremmo dire di essere ad una svolta. Per ora possiamo dire solo di essere ipocriti. E lo dico io, che amo i gatti (ne ho due).
3. Giornalismo d’inchiesta: dov’è finito? In USA è su Facebook. Jon Swartz, giornalista di Usa Today, lancia alcuni temi sulla sua pagina Facebook, raccoglie informazioni dagli utenti, ne discute con loro e poi scrive le sue storie su Usa Today riportando quanto viene dai lettori. “Giornalismo misto” che unisce le regole della professione con il citizen journalism. (fonte corriere online)
4. Oliviero Beha: ” Essere senza memoria, significa non avere un’idea di futuro” Oliviero Beha arriva con “Brontolo” ogni giovedì mattina  all’interno di Cominciamo bene, RAITre
5. San Gregorio, paesino interamente distrutto dal terremoto abruzzese, non sarà mai più ricostruito. Sarà “spostato” oltre collina.
6. Sull’autobus, il 4 marzo: «Ma sono dei rincojniti, s’arrangino! Spero che perdano» «Se perdono vincono gli altri», «Si lo so, ma ‘sti qui sono davvero rinco: possibile sbagliare a presentare le liste? Per me schiattino pure», «Ma vincono gli altri,’nte rendi conto?» «Si che me rendo conto, ma per me muoiano, io a ‘sto punto nun voto nessuno. ‘Sti rincojoniti».
7. Riflessione sull’integrazione degli emigrati. Quanti di quelli che sono a favore dell’integrazione hanno almeno un amico straniero? Quanti di noi, qui su la zippora? Non parlo dell’amico-muratore che ci fa i lavoretti (magari in nero), dell’amica-badante della mamma o babbo, dell’amico-senegalese che ci vende il libro. Parlo di gente “integrata” con noi, che frequentiamo dentro e fuori casa. Contiamoci. Parte anche da qui l’integrazione, non solo dalle leggi dello Stato. Io non ne ho di amici stranieri integrati con me. E lo dico con un profondo senso di frustrazione.
8. Riflessione sul futuro disperso: secondo me si è disperso nelle parole e nei dispacci. E forse anche secondo Tiziano Scarpa che – dopo aver vinto il premio strega con Stabat mater – pubblica La vita, non il mondo che molto c’entra anche con il modo di procedere e la “missione” di zippora.
9. Nelle tue mani, il libro di Ignazio Marino (Pd) presentato a Montecitorio. Il presidente della Camera Fini dice: “Una discussione serena e civile, fuori dagli schemi della polemica politica, per arrivare ad una decisione obbedendo alla propria coscienza più che alle indicazioni dei partiti”. SEGNI DI FUTURO IN CORSO 
1. La rete web può salvare ostaggi. È accaduto in Iran:  (fonte corriere online)
2. È nato DA Democrazia Atea (vedi post zippora nell’elenco di gennaio: Nasce ilpartito degli atei) e NESSUNO ancora lo sa.
3. Sono 129 mila i lavoratori agricoli stranieri regolarmente registrati all’Inps e molti di loro stanno iniziando ad assumere ruoli di responsabilità e di più alto livello: molti, infatti, seguono le produzioni dei marchi Dop e Igp. Stanno diventato loro i depositari di tradizioni contadine che gli italiani hanno perduto. In particolare riguardo ai lavoratori delle vigne, in maggioranza macedoni. Gli stranieri impegnati nelle vigne in periodo di raccolta sono migliaia, e sono altrettanti i “casi Rosarno”. Solo che sono “stagionali”. (fonte sole24ore).
4. La Cina ha speso oltre 30 miliardi di dollari in tecnologia verde, come parte di un più vasto piano di stimolo economico. La domanda è: la useranno o la rivenderanno?
5. Nuove femministe in Italia e in Germania. Da noi: si sono riunite prima per un appello su facebook, poi in un blog per boicottare le aziende che usano il corpo delle donne per vendere prodotti (in senso stretto e lato). Vedi non sono in vendita. A Berlino stanno arrivando (soprattutto dalle donne) molte richieste per creare una figura istituzionale che si occupi di pari opportunità per i MASCHI, il nuovo sesso debole.
6. Ogm: l’Ue autorizza la patata transgenica ‘amflora’.
7. Accade nel mio quartiere: in viale Trastevere ha aperto la seconda sartoria per riparazioni. È nata al posto di un negozio di abbigliamento. Non è una sartoria per stilisti in erba, è proprio per le riparazioni. Poi: un nuovo ristorante, sempre a Trastevere, ha inaugurato il brunch con baratto: si va a mangiare per 10 euro e si portano libri da scambiare. Vedi: www.luce44.it.
8. Accade nel mio condominio: passalibro. Il condomìno del piano di sotto, (non un intellettuale) dopo due anni dall’inaugurazione della “mia” mini biblioteca di pianerottolo pro condominio (un’idea che ho rubato all’amica Silvia) ha trovato il coraggio di chiedermi se gli do’ una mano a mettere insieme dei libri perché anche lui vuole mettere fuori dall’uscio una mini biblioteca di condominio per arricchire la “mia”. Due nuovi condomìni, hanno suonato alla mia porta: “ci siamo convinti definitivamente di venire ad abitare qui quando abbiamo visto la minibiblioteca di palazzo e contribuiremo con gioia”.
10. Primo caso in Italia di editoria nato da un blog. Un urban fantasy per adulti ora in libreria per la Newton Compton: in una settimana è esaurita la tiratura iniziale di 10 mila copie. Visita il blog.
11. Chi legge sul web è spesso più esigente e informato di chi è abituato alla vecchia carta. Vuole notizie serie, colte e lunghe. Almeno questo dicono ricercatori dell’Università della Pennsylvania. (fonte: mediablog)