Non era mai accaduto, ma in questo scorcio di fine decennio si è visto anche un presidio davanti a Montecitorio dei caschi gialli: operai, carpentieri a braccetto
con i costruttori (ossia imprenditori che in Italia sono un’infinità, e di piccole dimensioni, tra i tanti cene sono diversi stranieri emigrati da noi almeno dieci anni fa). Se n’è data notizia ma non ha avuto grande eco. Per saperne di più clicca qui.
Per la serie “proteste inusuali” – come ormai tutti hanno sentito e visto – il 7 dicembre alla prima della Scala a Milano, il direttore Barenboim prima di avviare lo spettacolo ha fatto un appello al Presidente della Repubblica (in sala) ha letto l’articolo 9 della costituzione. Poi ha diretto l’orchestra che ha suonato l’inno nazionale italiano. Dopo è iniziato il primo atto delle Walchirie. (puoi vedere il video nella colonna qui a fianco alla voce: Visto in giro).
Quattro giorni prima a Roma, per la prima tanto attesa del Mosè di Rossini, diretta da Riccardo Muti, erano stati lasciati a casa (licenziati) 50 persone (oltre ad altre già mandate via in precedenza), tutte maestranze del palcoscenico. L’hanno saputo di fatto il giorno prima. La sera della prima hanno messo fuori dal teatro uno striscione bianco che diceva: Auguri per una prima scintillante dai vostri disoccupati.
Nessuno ne ha parlato ufficialmente: nè fuori né dentro il teatro.
L’amore per la cultura e la sensibilità al disastro ha pesi diversi a nord e sud.E soprattutto sembra stare più a cuore agli stranieri (Barenboim e Metha, non sono italiani, giusto?)